venerdì 26 aprile 2013

Oggi parliamo di me

Ciao amici oggi vi lascio il link di un'intervista rilasciata al blog dell'autrice Teresa di Gaetano perché affrontiamo temi importanti e soprattutto scoprirete molto su di me come donna e non solo autrice. Quindi vi invito a visitare il suo blog ^_^ http://terrysfantasy.blogspot.it/2013/04/una-conversazione-con-antonella-sgueglia.html
Baci :)

martedì 23 aprile 2013

Giftaway 5 libri in palio

http://libridilo.blogspot.it/2013/04/1-anno-con-i-libri-di-lo-giftaway.html

Ciao amici bloggers, qui sopra trovate il link del blog I libri di Lo, gestito da una collega fantastica. Il 02 Maggio è il suo primo compliblog e noi tutti vogliamo farle i nostri auguri. Io e altre 4 colleghe abbiamo messo in palio una copia autografata del nostro libro. Per partecipare e rientrare nei 5 vincitori dovete commentare il post nel blog al link che vi ho indicato. Avete tempo fino al 05 Maggio ^_^ in bocca al lupo e auguri in anticipo a Lo' ;)

sabato 20 aprile 2013

Audiorecensione Chiarasole, anoressia e bulimia


Ciao amici, stamattina mi è giunta una mail da spreaker in cui diceva di usare la piattaforma altrimenti i miei followers avrebbero sentito la mia mancanza. Seppur sappia che sono messaggi standard, obbedisco presentandovi una buona lettura. Potete ascoltare l'audiorecensione qui  oppure al video sopra riportato.
Si tratta di una biografia di Chiara Ciavatta, scritta da David de Filippi intitolata Chiarasole, col sottotitolo Anoressia e bulimia: un’esperienza di vita e di morte. Su facebook c'è la pagina dell'associazione, cliccate qui per visitarla.
Link al sito internet per l'acquisto del libro: http://www.chiarasole.it/librochiarasole.html


Chiara posa in copertina e sembra difficile credere che una così bella ragazza sia passata per la distruzione di se stessa, privandosi e poi abbuffandosi di cibo e col tragico tentativo di suicidio.
Questo libro è stato pubblicato da Idea Libri nel 2003 e narra, in 200 pagine circa, il tunnel vissuto dalla protagonista. Chiara oggi è una donna sana che ha aperto con suo marito un centro di recupero Mondosole per aiutare le altre ragazze in cerca di aiuto. Il centro si distingue per la passione mostrata dai fondatori che vietano le severe punizioni e violenze fisiche o psicologiche descritte anche nelle pagine di questo libro; orrori che non stimolano la guarigione, anzi, feriscono ancor più quel briciolo di orgoglio  e dignità che provano a mostrare queste giovani.
14 anni di sofferenza con passaggi irrequieti tra anoressia e bulimia con conseguenti effetti drastici sulla salute come l’amenorrea, ossia la mancanza del ciclo mestruale, dimagrimento e scomparsa del tessuto muscolare nel caso dell’anoressia, e gonfiore disomogeneo per la bulimia, con o senza induzione di vomito.
Svenimenti, irritabilità, solitudine e tristezza; incapacità di dialogare con i genitori e sentirsi un caso da studiare per medici e compagni di scuola.
Sono pagine di sofferenza di chi lotta con il cibo, in lotta con una frase udita da piccola, pronunciata dalla madre durante un litigio con suo padre: “Maledetto il giorno che ti ha vista nascere.”
Il rifiuto letto negli occhi ed ascoltato, fece scattare in lei la voglia di dimostrare che i suoi genitori potevano essere orgogliosi di lei, cominciando con l’essere bella. Molti alimenti grassi come i fritti non rientravano nell’alimentazione di quella famiglia ma Chiara li desiderava e li divorava di nascosto, per non sentire la madre chiamarla “golosa”.
Una realtà attuale, inalterata, nonostante i dieci anni trascorsi dall’uscita del libro. Ragazze ossessionate dal peso corporeo, che arrivano a 30 chili e, come nel caso di Chiara, se passano alla bulimia, il loro peso balza a 90 chili. Nessuno riesce a comprendere gesti insalubri se non chi vi sia passato; a volte neppure i medici specialisti nel settore sanno infondere il calore e la comprensione di cui queste anime necessitano.
Non aggiungo altro, vorrei che compraste questo libro, su amazon costa scontato 5 € ed è un’edizione cartacea meravigliosa. Inoltre, potete aiutare il centro Mondosole acquistandolo direttamente dal loro sito al costo di 15 € ossia il prezzo di copertina più le spese di spedizione.
Insieme possiamo sconfiggere il male solo se lo conosciamo. Rinchiuderci nell’ignoranza porta allo sfascio.
Alla prossima.

giovedì 18 aprile 2013

Correzione manoscritti


Ciao amici bloggers, chi più di noi sa quanto sia importante leggere un testo corretto e scorrevole? Prima da autrice e poi da lettrice e blogger conosco bene le dinamiche editoriali. Un testo privo di logica e ricco di ciò che vengono denominati refusi (solo per celare la propria difficoltà nello scrivere), viene rifiutato prima dalla casa editrice, che mai pubblicherebbe - se seria - un testo pieno di errori, e poi dal lettore nonostante si salti il passaggio editoriale inserendo il proprio lavoro su siti di autoproduzione. Quindi, il lavoro di Editor diventa sempre più importante per tendere una mano a quanti hanno in mente una bella storia ma trovano enormi difficoltà. Per la correzione del tuo manoscritto puoi contattarmi all'indirizzo e-mail: sgueglia.antonella@gmail.com
Ti aiuterò non solo da autrice ma soprattutto da correttrice di bozze.
Ciao :)

Intervista a Cetta de Luca, self publishing o editoria tradizionale?


Ciao amici bloggers, oggi intervisto per voi con vero piacere Cetta de Luca che ci racconta i suoi lavori letterari e affrontiamo insieme il tema delicato dell'editoria odierna.


1) Ciao Cetta benvenuta nel mio blog. Ti ho notata su un articolo della rivista Myself e mi ha colpito la tua storia artistica. Tu parti con la pubblicazione del romanzo Colui che ritorna, edito dalla casa editrice Melody ma l'entusiasmo iniziale viene sfumato dalla mancata promozione che ogni autore si aspetta. Raccontaci qual è la tua considerazione sul mondo editoriale in base alla tua esperienza.
- Ciao Antonella e grazie per avermi invitata. Io ho una buona considerazione del mondo editoriale in genere, non si può fare di tutte le erbe un fascio. Il problema è che tutti gli scrittori hanno dell’editoria un’idea “romantica” (me compresa) per cui l’editore adotta uno scrittore e il suo progetto e punta tutto, come alla roulette. Non è così. Gli editori investono su un libro, e il meno possibile. Si tratta di un’operazione commerciale, ovviamente. Oggi è richiesto all’autore di collaborare (come minimo) alla promozione del “prodotto libro” perché con l’avvento dei social network la pubblicità classica (e costosissima) ha perso di significato. Nel mio caso il problema è stato la totale mancanza di promozione. Io non ho collaborato con loro, ho fatto tutto da sola, e questo non era nel contratto. La cosa positiva è che non si trattava di editoria a pagamento (non lo avrei mai fatto), ma in ogni caso di una casa editrice piccola e neonata, che aveva un bel progetto ma, probabilmente, mancava di esperienza. Per fortuna alcune clausole che avevo inserito nel contratto mi hanno consentito di rescinderlo senza penali (rivolgetevi sempre a un avvocato prima di firmare) e, da quel momento in poi, mi sono rivolta al self publishing.

2) Parlaci del tuo primo romanzo, Colui che ritorna.
- Come parlare del primo figlio… Colui che ritorna è “nato” in 21 notti e 21 giorni di gestazione. Di notte scrivevo e di giorno correggevo. Praticamente non ho mai dormito. L’ho scritto in trance. Prende spunto da un fatto realmente accadutomi, esattamente la sera prima che cominciassi a scriverlo. È una storia di “incastri temporali” come è stata definita splendidamente in una recensione. Si svolge oggi e nel tardo medioevo e i protagonisti percorrono le loro vite in parallelo, incontrandosi e separandosi, in un percorso che, in entrambi i casi, dura 37 anni. Li accomuna il pellegrinaggio della Via Francigena, come un cordone ombelicale fisico che lega i fatti, i luoghi, le distanze. È una doppia storia d’amore dove il tempo e lo spazio convergono verso un’unica soluzione. Lo hanno definito anche “romanzo di formazione”, e in realtà lo è, considerando che nel viaggio della vita che i protagonisti compiono c’è la crescita individuale e la ricerca della consapevolezza. E c’è la speranza, quella che ci fa dire ogni giorno che, chissà, tutto può sempre accadere.

3) Come mai prima ti firmavi Sed de Luca? Ha un significato?
- Sed è un nomignolo che mi hanno dato i miei figli da piccoli. La casa editrice lo trovava simpatico come pseudonimo e così lo abbiamo utilizzato. Per gli scritti successivi, la raccolta di poesie e di racconti, ho continuato ad utilizzarlo. Poi ho pensato che fosse giunta l’ora di uscire allo scoperto col mio vero nome.

4) Su Amazon troviamo Appunti, una raccolta di tue poesie con la traduzione in lingua inglese. Ne ho lette alcune e devo ammettere che sono profonde e la traduzione è eccellente. Descrivi il rapporto che hai con la poesia.
- La poesia mi appartiene da sempre. È la prima forma di espressione letteraria che ho sperimentato. Credo di aver scritto la mia prima poesia all’età di 6 anni, e da quel momento in poi non ho mai smesso. Le mie poesie sono generalmente brevi, quasi degli aforismi. In realtà in me vivono due anime: quella narrativa, che ha bisogno di spazio per esprimersi, per descrivere, per approfondire; e quella ermetica, che nella sintesi vede l’immediatezza del pensiero. Amo molto l’ermetismo come movimento letterario e credo che una poesia debba essere così, diretta, senza troppe parole che, alla fine, sono come parafrasi di ciò che si vuol dire. Una poesia è come l’ispirazione che la muove: un lampo di luce.
La raccolta Appunti è nata prima di tutto in lingua italiana. Sono poesie che ho scritto negli ultimi 15 anni e che ogni tanto rileggevo, domandandomi cosa farne. In realtà le poesie tra le quali ho scelto sono molte di più, ma quelle inserite nel libro sono l’estrema sintesi del mio modo di percepire la vita. Nella versione bilingue ho coinvolto un amico, poeta e linguista, per la traduzione. Se tradurre un libro è difficile, vi assicuro che tradurre poesie lo è ancora di più, e con l’amico Lino Milita abbiamo fatto un lavoro a quattro mani che mi soddisfa pienamente.

5) Cetteide è un racconto umoristico sul rapporto tra una figlia cinquantenne single e la madre settantenne vedova. Qual è stata l'ispirazione o l'aneddoto che ha dato il via alla narrazione?
- Io ho definito Cetteide un “divertissement”. In realtà è un diario. Cetteide è assolutamente tutto vero. Lo scorso anno ho trascorso le vacanze con mia madre e già dal viaggio di andata ho capito che sarebbe stata un’estate indimenticabile. Ho cominciato a raccontarla su Facebook e su Twitter. Sono praticamente rimasta in contatto con i miei amici via web e ho raccontato loro, man mano che si verificavano, gli avvenimenti legati alla mia avventura con mia madre. E loro si divertivano e facevano il tifo per la genitrice, ovviamente. Da lì è nata l’idea, a vacanze finite, di raccogliere i racconti in un libro, arricchendolo con quegli episodi che non avevo raccontato.

6) Nata in una casa di donne, sarà molto presto sul mio comodino perché la trama mi incuriosisce. Parlacene.
- Nata in una casa di donne è il mio secondo romanzo. Anche qui il viaggio della vita visto come crescita nella consapevolezza è l’argomento centrale. Ho una particolare predilezione per tutto ciò che riguarda il tempo che passa e i sommovimenti che questo semplice e naturale accadimento provoca in ciascuno di noi. In questo caso specifico racconto la storia di una famiglia “declinata al femminile”, una storia che abbraccia un arco temporale di 50 anni e collocata in un’Italia che dal dopoguerra a oggi, cambia drasticamente e, assieme a lei, tutti i protagonisti. Nella storia l’io narrante è una delle figlie, la più grande, che guarda con occhio non sempre obbiettivo a questa famiglia e scava nel rapporto non idilliaco col padre, unica figura maschile di rilievo. Ci sono quindi i rapporti tra padre e figlie, tra figlie e madre, tra sorelle, ci sono gli scontri, le incomprensioni, gli odi e gli amori. Ma anche qui alla fine c’è la speranza e, soprattutto il perdono. E nel momento del perdono è come se la Nemesi che sempre si ripete, uguale a se stessa, improvvisamente si interrompesse, come a voler dare un nuovo corso a una nuova storia, che è nel futuro e che quindi non si conosce. Questo romanzo è idealmente il secondo di una trilogia, tutta dedicata all’universo femminile, che è cominciata appunto con Colui che ritorna.

7) È il tuo secondo tentativo con una casa editrice, ti senti più spalleggiata o credi che le piccole e medie editorie siano bloccate da una minima diffusione che spesso relegano al loro sito internet senza distribuirlo come dovrebbe invece essere fatto?
- Nata in una casa di donne è il mio secondo tentativo con una casa editrice tradizionale, ma è stato fatto con maggior oculatezza e con più esperienza. L’Erudita è un progetto della Giulio Perrone Editore, quindi ha alle spalle una realtà consolidata dell’editoria indipendente che sta regalando al pubblico lettore autori interessanti (Giuseppe Aloe, ad esempio, finalista allo Strega nel 2012). Certo il problema della diffusione minima rimane. Dipende molto dai costi di distribuzione, per cui le piccole e medie realtà preferiscono distribuire poco e affidarsi di più a una sorta di “print on demand” per evitare resi pazzeschi che non portano nulla a nessuno. Un libro non può restare sugli scaffali a prendere polvere, e il turn over nelle librerie, considerando l’enorme numero di libri pubblicati, è velocissimo.

8) Potresti paragonare le due esperienze da autrice, da self publisher a pubblicata con casa editrice?
Per quanto riguarda le due esperienze devo dire che, in entrambi i casi, la mia partecipazione è preminente. Con il self publishing mi occupo di tutto, controllo tutto e decido immediatamente cosa pubblicare e quando. La promozione pesa tutta sulle mie spalle, e forse questo è il lato più negativo, perché, diciamolo, si trascorrono molte ore sul web. Con la pubblicazione con la casa editrice certo, ho ceduto qualcosa per quanto riguarda i diritti d’autore, ma almeno c’è collaborazione per quanto riguarda la promozione e un supporto professionale e qualificato per tutto ciò che riguarda l’editing e l’oggetto libro. E in più c’è la distribuzione nelle librerie, minima, ma c’è.
Credo che il selfpublishing sia un’esperienza incredibile per quanto riguarda gli e-book, frontiera che ancora gli editori tradizionali affrontano in modo approssimativo o non cogliendone appieno le potenzialità. Pensiamo agli alti costi che ha un e-book pubblicato da una casa editrice e al vincolo dei DRM. La problematica reale sta nella credibilità che lo scrittore ha nei confronti del lettore nel momento in cui si autopubblica. Ma le cose stanno cambiando e sempre più spesso accade che l’editoria tradizionale si affacci al self publishing “pescando” quegli autori che emergono e pubblicandoli tradizionalmente. In pratica l’autopubblicazione funge un po’ da scouting letterario, evidenziando i gusti del pubblico e le tendenze di mercato. Lo so, così si commercializza la cultura, ma la realtà è questa: si vende ciò che si vende.

9) Grazie Cetta di aver accolto la mia richiesta, saluta i nostri lettori come preferisci e in bocca al lupo per la tua carriera.
- Ti ringrazio per avermi accolta nel tuo blog e per avermi dato l’opportunità di raccontare la mia esperienza. Ai lettori dico solo una cosa: grazie. Avete un grande compito e, da lettrice quale sono, lo riconosco. Dovete preservare la cultura nella memoria e nel tempo e trasmetterla a quelli che verranno. Non smettete mai di farlo, quindi. Noi scrittori cercheremo di rendere questo compito sempre più agevole e piacevole.

Biografia fornita dall'autrice.
Cetta De Luca (pubblica anche con lo pseudonimo Sed C. De Luca, nata a Cirò Marina, Crotone, 1960) è un’appassionata di viaggi, di storia medievale e rinascimentale e letteratura dell‘800 e del ‘900 italiano.
Il suo primo romanzo, Colui che ritorna (Edizioni Melody – Dicembre 2011) ha vinto il Premio Giuria Narrativa dell’edizione 2012 del Concorso Europeo Arti Letterarie Via Francigena e si è classificato tra i primi dieci per il Premio Letterario Sirmione Lugana, affiancando nomi come M.P.Ammirati, M.Gramellini, L. Ligabue.
Nata in una casa di donne è il suo secondo lavoro pubblicato nel febbraio 2013 da L’Erudita, progetto editoriale di Giulio Perrone Editore.
Ha pubblicato una raccolta di poesie in italiano e in inglese dal titolo Appunti (versione in inglese Appunti – Notes from the heart) e una raccolta di racconti umoristici dal titolo Cetteide, in vacanza con mia madre.

Dice di sé.
Mi chiamo Cetta De Luca e scrivo libri. Sono nata in un paese del sud Italia, a Cirò Marina, il paese che ha dato i natali a Aloisyus Lilius, astronomo geniale e visionario che ha creato il calendario gregoriano, e ho sempre trovato interessante questa “matrice” comune, il luogo di nascita, come se un particolare disegno astrale possa favorire la nascita di sognatori, e chi scrive, così come chi guarda le stelle, sognatore lo è.
Scrivo da sempre, poesie, brevi racconti, e sono appassionata di storia e di viaggi. Questo sicuramente traspare nelle mie opere ma da circa un anno è accaduto qualcosa di nuovo. Come racconta in uno suo celeberrimo libricino lo scrittore guatemalteco Eduardo Halfon sono stata colpita dall’angelo letterario, e la patologia di cui si comincia a soffrire da quel momento in poi attualmente (e per fortuna) non ha un rimedio.
Qualcuno ha pensato che per curarmi avessi bisogno di essere pubblicata, e così nel Dicembre del 2011 è uscito il mio primo romanzo, Colui che ritorna che mi ha dato e continua a darmi molte soddisfazioni. Ha vinto il Premio Giuria Narrativa del Concorso Europeo Arti Letterarie Via Francigena ed è tra i dieci finalisti del Premio Letterario Sirmione Lugana assieme a Gramellini, Ammirati, Ligabue e altri “scrittori”.
Poi ho scritto ancora, un romanzo e una particolare raccolta di racconti, e il romanzo è stato pubblicato da L’Erudita, un marchio Giulio Perrone Editore. Il romanzo si intitola Nata in una casa di donne e, a pensarci bene, la storia comincia tutta da lì, anche quella mia di scrittrice. Sono storie di donne che parlano alle donne, e agli uomini che decidono di incontrarle, di conoscerle con curiosità e rispetto. Sono storie intime e profonde, libere e sensuali, scaturite dalla necessità di ritrovare il bandolo segreto e misterioso che collega il femminile al mondo naturale, senza retorica né falso perbenismo.
Ho un ricordo non troppo lontano che è stato un sogno, quasi un presagio.
A Key West, davanti al mare che guarda Cuba, una signora un po’ agé stava seduta su una seggiola, il capo coperto da un cappello di paglia enorme, in mano un quaderno e una penna.
Scriveva un libro, sulla spiaggia di Hemingway. L’ho guardata a lungo e ho pensato: un giorno scriverò un libro, e poi un altro ancora, e poi verrò qui a scrivere, su questa spiaggia, davanti a questo mare. La realizzazione del sogno è vicina: è ora di comprare il biglietto aereo.

mercoledì 17 aprile 2013

Mia intervista radio

Ciao amici vi posto la mia ultima intervista radio, ascoltatela dura pochi minuti ma significativa. Baci ^_^

martedì 16 aprile 2013

Intervista a Monique Scisci


Buongiorno amici, oggi intervisto Monique Scisci che ci racconta di sé e del suo romanzo L'ampolla scarlatta. Per conoscere la sinossi e la copertina del romanzo cliccate qui perché Monique è stata già ospite nel mio blog come consiglio di lettura. ^_^


Ecco cosa ci racconta di sé l’autrice.
Sono nata a Milano il 21 aprile del 1982. Vivo in un paesino immerso nel verde alle porte di Milano insieme a mio marito e alla nostra bellissima cagnolona Michelle.
Ho conseguito il diploma quinquennale di Liceo Artistico con sperimentazione Michelangelo al Liceo Callisto Piazza di Lodi. Iscritta alla facoltà di Scienze e Tecnologie della Comunicazione a Milano, spero un giorno di laurearmi.
Lavoro nel reparto commerciale di un’azienda edile con sede a Segrate e oltre ai tanti impieghi, ho anche collaborato per il settimanale di San Donato Milanese Il Sabato occupandomi delle pagine sportive.
A Luglio 2012 è uscito il mio romanzo d'esordio, urban-fantasy edito da Ciesse Edizioni dal titolo L'Ampolla Scarlatta e a dicembre dello stesso anno, sul blog Alla fine del sogno è stato pubblicato un mio racconto di Natale dal titolo Evanescenze Natalizie, scaricabile gratuitamente dal sito, mentre il racconto L’Ultimo rintocco del Carnevale è stato pubblicato sul Forum di Insaziabili Letture a febbraio 2013, scaricabile anche sul sito.
Da sempre coltivo la passione per i viaggi, adoro le mete fredde, la musica, l’arte e soprattutto la scrittura, che considero l'unico vero mezzo per esprimere e interpretare emozioni profonde.
Mi sono avvicinata al genere fantasy sin da piccola grazie al "Ciclo di Shannara" di Terry Brooks, maturando così forte curiosità per il paranormal.
Ho letto svariate volte Dracula di Bram Stoker che considero la quintessenza del romanzo vampiresco, e visto un'infinità di volte l'omonima pellicola di Francis Ford Coppola.
Sono un lettrice onnivora e instancabile, amo viaggiare con la fantasia. Fortemente impegnata per la salvaguardia degli animali e per il rispetto dell’ambiente.

Ed ecco l'intervista.
1) Ciao cara, benvenuta nel blog. Descrivici Monique fuori la scrittura.
- Ciao Antonella, innanzi tutto, grazie per avermi accolta nel tuo blog. Allora, chi sono fuori dalla scrittura? Ti dirò, una persona che vive alla giornata. Lavoro, casa, cane e un marito molto premuroso senza il quale non avrei mai trovato la mia strada. Adoro viaggiare, prediligo le mete nordiche, il freddo in poche parole e il mio sogno nel cassetto è di andarmene in Alaska per qualche tempo. Ascolto tantissima musica, soprattutto quando scrivo. Mi aiuta a entrare nelle storie che racconto a dare il ritmo all’azione e soprattutto leggo tantissimo. Cos’altro posso dirti, conduco una vita normale, e mi piace così com’è. La scrittura poi, mi ha aperto un mondo e ho conosciuto persone davvero splendide, che mi hanno arricchito.

2) Qual è il tuo sogno più grande, di quelli che stenti a credere che possa realizzarsi?
- Il mio sogno più grande? Pubblicare, perché davvero non credevo fosse possibile, devo dire che è stata una sorpresa straordinaria. Ringrazio ancora Ciesse Edizioni per avermi regalato questo sogno. Avere il mio libro tra le mani mi ha tolto il fiato: ricordo quel giorno con una gioia immensa.  

3) L'ampolla scarlatta è il tuo primo libro? Ci racconti com'è scattata la voglia e la costanza di metter giù le tue idee?
- L’Ampolla Scarlatta è in assoluto il mio primo romanzo, la prima storia che ho trasposto su carta. È nata dal nulla, avevo in mente una protagonista, Aurora e sapevo di voler parlare di creature sovrannaturali, tutto il resto si è srotolato capitolo dopo capitolo. Ho osservato l’evolversi della storia, le dinamiche e la trama si è infittita durante la stesura. Per quanto riguarda la costanza, devo dire che non ho problemi, sono metodica. Scrivere per me è un piacere immenso, quando mi metto davanti al computer, lascio il mondo fuori, chiudo la porta, e immagino.

4) C'è qualcosa di tuo nel romanzo o sei riuscita a distaccarti completamente?
- A mio avviso ogni opera prima racconta molto dell’autore, come una sorta di autobiografia. Esistono meccanismi mentali che influenzano, inconsciamente, la stesura di un testo e non potrebbe essere altrimenti. Le persone sono il risultato delle loro esperienze, gli scrittori non fanno eccezione, anzi sono più sensibili, più percettivi e le opere di fantasia in qualche modo celano situazioni reali. Per quanto mi riguarda, ogni personaggio dell’Ampolla è parte di me. In ognuno ho inserito dettagli e schemi di comportamento che mi contraddistinguono. Con il tempo però, credo che questa tendenza si attenui.

5) Quanto conta la scrittura nella tua vita? Potresti preferirla alla lettura?
- Questa è una domanda interessante perché, in effetti, la scrittura ha un ruolo molto importante nella mia quotidianità. Le storie vivono e prendono forma nella mia mente anche quando non sono davanti al computer. Scrivo appena posso, dedico a quest’attività tutti i miei ritagli di tempo, ma non riesco a porre la scrittura sullo stesso piano della lettura, sono due cose ben distinte. La lettura è un piacere, un momento di puro godimento da cui, se è possibile, traggo spunto. Soprattutto, mi piace ricercare nei romanzi altrui lo stile e l’autore. Senza la lettura non avrei mai pensato di percorrere la strada della scrittura.

6) Quali sono i tuoi generi preferiti e quale libro puoi consigliare come emblema della narrativa contemporanea?
- Non ho un genere preferito, leggo quello che mi piace. Di solito mi baso sulla quarta di copertina, spesso prediligo fantasy, ma sono molto trasversale. Adoro i romanzi storici perché hanno la capacità di proiettarmi in epoche passate che rivivo tramite le descrizioni degli autori. Ho letto ultimamente i libri di Ken Follet, e ne sono rimasta affascinata. Lo stile di questo autore è invidiabile, magari riuscissi un giorno a dare ai miei lettori la metà di quello che lui ha dato a me con i suoi romanzi. Per chi ama scrivere consiglio vivamente On Writing di Stephen King, un saggio davvero illuminante. 

7) Progetti futuri?
- Al momento sto scrivendo il sequel dell’Ampolla Scarlatta. Sono a buon punto, spero di riuscire a concluderlo il prima possibile. È un romanzo più complesso rispetto al primo e di sicuro risponde ad alcuni quesiti lasciati volutamente in sospeso nel primo capitolo. Di recente è uscita un’antologia horror il cui titolo è REM edita da una nuova casa editrice digitale: La Mela Avvelenata, all’interno trovate un mio racconto, dal titolo Rewind Day.
Non appena avrò concluso il romanzo, mi dedicherò a un progetto a cui tengo molto, per il momento è ancora top secret.

8) Grazie Monique di essere stata mia ospite, saluta i lettori del blog e comunica dove possiamo continuare a seguirti.
- Grazie Antonella per avermi ospitato nel tuo bellissimo blog. Un saluto a tutti i tuoi lettori. Se volete potete trovarmi su Facebook, sulla pagina dedicata al romanzo, L’Ampolla Scarlatta, oppure sul mio sito: www.moniquescisci.it

mercoledì 10 aprile 2013

Intervista a Cristina Zavettieri


Oggi amici bloggers ospito una ragazza di talento, paziente che aspetta la giusta CE e non desidera affrettare i tempi. Preferisce ascoltare il parere di noi bloggers per poi giungere alle sue conclusioni. Una scrittrice che adora scrivere senza tornaconto. Volete conoscerla? Forse ne avete già sentito parlare è Cristina Zavettieri che ci presenta il suo romanzo Il figlio ribelle. Per conoscere maggiori dettagli sul libro e sull'autrice cliccate qui perché Cristina è stata già presente nel mio blog tra i consigli di lettura. ;)

1) Ciao Cristina, benvenuta nel blog "Sussurri e parole". Raccontaci di te e di com'è nata la tua passione per la scrittura.
- Prima di tutto, grazie per l’invito, Antonella.
Per qualche strana ragione – come per molti altri scrittori, immagino – mi intimidisce raccontarmi, ma vediamo di esprimere in parole semplici chi sono: sognatrice, romantica, amante della lettura e della scrittura, della storia e dell’arte, del vintage e della natura, della musica e del disegno, la ritrattistica in particolare, dei manga e dei bei film strappalacrime.
Scrivo sin da bambina, già da allora accompagnavo i miei disegni a storie più o meno complesse, per lo più fantasy o contemporanei. Lady Oscar e Sailor Moon hanno influito parecchio sulla mia educazione, sia per la drammaticità da un lato, che per la fantasia dell’altro.

2) Dalla tua biografia si evince l'interesse per i romanzi storici. Cosa ti intriga maggiormente di questo genere letterario?
- Io amo il romance e i suoi sottogeneri, quindi anche gli historical.
Sono affascinata dal passato, dalle epoche diverse, dalle guerre, gli amori (e i gossip che ne susseguivano al tempo, se vogliamo), dalla drammaticità e la semplicità che oggi, in questi esasperanti tempi moderni si è perduta. Antropologicamente parlando mi piace scoprire quanto una cultura, una società sia rimasta intatta, e quanto di questa è cambiata.
Infine, romanticamente parlando, da sognatrice, amo pensare che, nonostante le atrocità commesse dal genere umano, subite dalle donne e i poveri soprattutto, possano trovare uno spiraglio di speranza, magari di piccola verità in questi scritti.

3) Il tuo romanzo è ambientato nel Regno delle due Sicilie. Quanto c'è di storico e quanto è stato romanzato?
- La storia e la mia fantasia si sono amalgamante al punto tale che non saprei dire quanto ci sia di vero e di falso. Direi che un 40% di storia è effettivamente realistico, il resto è tutta farina del mio sacco, compresa la moltitudine di personaggi che ho creato con semplicità e tanta pazienza.

4) Quanto tempo hai impiegato per la stesura dell'idea? Sapevi sin dall'inizio come muovere ogni personaggio o l'ispirazione del momento ha preso il sopravvento?
- Direi tre mesi nel 2010. Ad oggi, il romanzo è in fase di ultimazione.
E no, non sapevo come muovere i personaggi, sono stati loro ad aiutarmi, anche fin troppo bene, spesso spingendomi a cambiare direzione. Ho scoperto che sanno essere delle vere canaglie!!

5) Qual è stata la parte più impegnativa del lavoro? Personalmente mi è piaciuta la napoletanità  del linguaggio usato in alcune occasioni perché fa immergere ancor più nell'epoca descritta. Quale altro elemento troviamo come rappresentativo del momento narrato?
- Devo dire che per me è stato semplice scrivere come raccontare la storia ad un bambino. Ogni qualvolta l’ispirazione mi abbandonava pensavo: “Come la racconteresti a un bambino?” Ed ecco che magicamente, anche le scene di chiaro stampo storico assumevano sfumature diverse, sempre più varie e semplici. Io per prima ho trovato difficoltà a raccontare una realtà che non ho mai conosciuto, quella Napoletana che comunque mi accomuna, in quanto io, donna del Sud. L’idea di scrivere in napoletano, mi è sembrata più che giusta proprio per mantenere fede al contesto storico, e alle parole di quel che un tempo fu Il Re delle Due Sicilie. Lo stesso Ferdinando, come scritto nel libro, avrebbe voluto istituire il napoletano come lingua nazionale.

6) Al momento sono disponibili ben nove capitoli dell'opera. Come mai hai scelto di rendere gratuito un estratto considerevole del libro ma non l'hai ancora inviato ad alcun blog per chiedere una recensione?
- Fondamentalmente sono una persona molto timida, ma con una grande passione: la scrittura. Se ho scelto di pubblicare i primi nove capitoli è stato grazie all’entusiasmo delle mie lettrici storiche, delle mie più care amiche che mi hanno sempre sostenuto. Egoisticamente volevo provare a me stesse quanto quel che era piaciuto su una piattaforma famosa come EFP, potesse interessare e accattivare un pubblico molto più vasto, quello di lettori per passione. Di blogger che ho sempre visto, con professionalità e impegno, dedicarsi a casi editoriali italiani e oltreoceano.
In ultimo, la mia iniziativa volge a smuovere le corde, e i cuori dei lettori, affinché una CE mi noti e decida di fidarsi della sottoscritta.

7) Il tuo progetto è innovativo. Hai scelto un modo alternativo di mostrarti alle case editrici. Dal tuo punto di vista, agli occhi di un editore quanto differisce l'impatto visivo che la diffusione del tuo libro sta ottenendo tra i vari blog dal classico iter dell'invio tramite e-mail?
- Forse è più diretto, ma posso sbagliarmi. So che la strada è lunga e tortuosa e non voglio illudermi, però credo in me, nella gente che mi sostiene. Bisogna sempre combattere per un sogno, nonostante le avversità.

8) Cosa fai quando non scrivi?
- Quando non scrivo leggo, spulcio le nuove uscite sui miei blog preferiti e traggo ispirazione dal quel che mi circonda per creare nuove trame.

9) Hai in mente un nuovo progetto editoriale? Di cosa parlerebbe un tuo prossimo libro?
- La mia mente è un concentrato di idee. Spesso, un’amica mi definisce vulcanica, ed effettivamente ha ragione. Potrei inventare più storie dal nulla in pochissime ore e non mi stancherei.
In futuro potrei proporre un novella sul filone distopico e romantico, ma anche un romanzo d’amore contemporaneo o un più recente new adult.
Davvero non c’è spazio per la fantasia.

10) Grazie Cristina per essere stata con noi, saluti i lettori come preferisci.
- Un caro saluto a te e hai tuoi lettori.
Ti ringrazio ancora per aver scelto di intervistarmi, cara Antonella.

venerdì 5 aprile 2013

Audiorecensione di L'educazione delle fanciulle, F.

Ciao amici, come sempre potete ascoltare l'audio recensione a questo link di spreaker oppure premendo il pulsantino del video ivi sottostante ^_^ Bacini!!!


Recensione
Il libro che vi consiglio questo venerdì è L’educazione delle fanciulle, edito da Einaudi.
Conversazione simulata ma di certo simpatica e a tratti pungenti tra Luciana Littizzetto e Franca Valeri su come siano cambiati i tempi, in meno di 100 pagine. Una rapida panoramica degli anni raccontati dalle nonne a quelli odierni con adolescenti spigliate e arroganti in contrapposizione al perbenismo di generazioni ormai quasi totalmente offuscate dalle mode che condizionano gli usi della società. 
È una lettura piacevole e per nulla impegnativa ma che riesce nel suo intento ossia farci riflettere sugli atteggiamenti femminili e maschili con una base ironica costruita dalla scoppiettante Luciana Littizzetto - alle cui battute non so mai resistere - e al garbo di Franca Valeri che spiega in toni più pacati il suo punto di vista. Nel complesso lo si può ritenere un diversivo leggero e simpatico di affrontare temi sempre attuali ma devo ammettere che l’intervento della Valeri non mi è piaciuto molto sicché estremamente serioso e a tratti deludente. Lo consiglio a chi vuol trascorrere qualche ora in allegria, soffermandosi sul continuo sfuggirci di mano la realtà e le sue continue trasformazioni.

Gadget A scuola con portamento


Ehi ragazzi, avete visto i gadget di A scuola con portamento? Alle mie fan che mi scrivono alla mail sgueglia.antonella@gmail.com chiedendomi il libro possono scegliere di acquistare gli ultimi 2 paia di orecchini rimasti. In ogni caso, invio in omaggio il segnalibro ed una mia foto autografata. ^_^
Un'idea venuta per caso, che riscuote un enorme successo :)
A presto ;)

giovedì 4 aprile 2013

Audio recensione di "Ho smesso di piangere" - V. Pivetti

Ciao amici bloggers, vi posto l'audio recensione di Ho smesso di piangere, autobiografia di Veronica Pivetti. Potete leggerla di seguito oppure ascoltarla a questo link di spreaker e se volete seguitemi pure ^_^
O ancora potete ascoltarla qui sotto cliccando il pulsantino play, baci e alla prossima :)


Oggi vi parlo di un libro che non riguarda l'alta letteratura e neppure i romanzi - che siano d'ispirazione storica o d'amore. Questo è il tipo di narrativa che adoro di più perché vera, ossia l'autobiografia.
Ho smesso di piangere di Veronica Pivetti, edito da Mondadori.
In 170 pagine circa, la famosa conduttrice e attrice ci spiega com'è stata devastante l'onda della depressione durata 5 anni e oltre e che le ha lasciato non pochi danni.
Un matrimonio finito, sesso occasionale, rinchiudersi in casa e uscire solo per visite mediche e per lavoro.
Il sorriso che da sempre accompagna questa donna di spettacolo è stato spento da un malessere fisico, definito con termine semplicistico disfunzione della tiroide.
Nessuno  si sofferma sulle conseguenze di un malessere fisico. Chissà perché, le persone pensano che si diventa indistruttibili sicché, si sa, fin tanto che le tragedie colpiscano estranei è tutto normale e di alcun impatto; ma se succede a un familiare o, ancor peggio, a noi stessi ecco che ci accorgiamo di essere stati stupidi e assenti di fronte al dolore dell'altro.
Ho letto questo libro lo scorso anno ma è tuttora in commercio e, se dopo tanto tempo continua ad avere il suo effetto su di me, vuol dire che è un libro da leggere.
Alla prossima :)

Booktrailer Anteprima Dove osano le farfalle, il mio nuovo romanzo



Ecco in anteprima il booktrailer del mio nuovo romanzo dal titolo Dove osano le farfalle, edito da EMV edizioni, in uscita tra poche settimane, stay tuned ;)