venerdì 17 maggio 2013

Dove osano le farfalle, il mio nuovo romanzo

Ciao amici!!! Oggi vi presento in anteprima la copertina del mio nuovo romanzo, in uscita nei primissimi di Giugno. Vi do anche una piccola anticipazione della trama : )


Sinossi.
Il vero amore giunge sempre inaspettato e ha il sapore di una favola. Così è per Greta che ci racconta la sua vita travolta dalla passione. Un’onda dell’immenso mare di Napoli la spinge ad assaporare istante per istante un momento che potrebbe non ripresentarsi… Una storia d’amore che supera ogni barriera, del tempo e dello spazio.

Biografia.
Antonella Sgueglia nasce a Napoli il 26 Febbraio 1985.
Laureanda in Lingue e letterature straniere, studia tecniche di scrittura, editing e correzione bozze.
Diplomata all’accademia di moda della sua città, ha frequentato corsi di recitazione, dizione, musica e coreografia presso i migliori teatri napoletani.
Lavora come traduttrice freelance di lingua inglese per un ente di certificazione internazionale, soprattutto si occupa di testi tecnici e manuali. 
Tra le pubblicazioni annoveriamo le poesie “Seppur nascessi cento volte” e “Lo sforzo non è amore” edite da Aletti editore nelle rispettive antologie “Verrà il mattino e avrà un tuo verso, X edizione” e “Parole in fuga vol. 9”.
Nel 2013 pubblica i romanzi “A scuola con portamento” (Società Editrice MonteCovello) e “Dove osano le farfalle” (EMV edizioni). 
Collabora con riviste letterarie e blog di informazione con cui condivide i suoi racconti, articoli e recensioni. Per contattarla, visitate il sito http://antonellasgueglia.altervista.org

giovedì 16 maggio 2013

Intervista Alberto Forni - Guida al self publishing

Ciao amici, oggi intervisto per voi Alberto Forni che ci presenta il suo ultimo lavoro Tutto quello che devi sapere per pubblicare (e vendere) il tuo e-book - Guida al self publishing che trovate nei principali on line stores in formato e-book. Ma prima conosciamo la sua biografia e la sinossi dell'ultimo lavoro.


Biografia.
Sono nato a Bologna di venerdì 17 ma non sono scaramantico.
Per Stampa Alternativa ho curato il millelire Scrittrice precoce a pochi mesi scriveva il suo nome - Autobiografie di scrittori non illustri e il volume Mondo Hacker 1.0.
Ho pubblicato la raccolta di racconti Avanti Veloce - Cronache da un mondo pop (Fernandel, Baldini&Castoldi).
Sono stato fra gli autori della trasmissione radiofonica Dispenser di Radio 2 e di quella televisiva Viva la crisi di Rai 3.
Ho scritto per riviste come Wired, T3, Flair, Grazia, Panorama, Linus.
Sono autore del blog Fascetta Nera, dedicato alle fascette dei libri, e del sito iltuoebook.it che si occupa di editoria digitale e self-publishing.

Sinossi.
Che cos’è il self-publishing? È solo un campo giochi per scrittori incompresi o l’ultimo passo di una rivoluzione dell’editoria iniziata vent’anni fa con il desktop publishing?
Oggi, chiunque può pubblicare un e-book e andare alla ricerca di potenziali lettori. E per quanto il successo non sia alla portata di tutti, le potenzialità rimangono.
Questa guida affronta molti degli aspetti legati all’autopubblicazione, a partire dalla realizzazione tecnica di un libro elettronico fino alla sua promozione. Perché se a uno scrittore tradizionale è richiesto solo di saper scrivere (o al limite, in qualche occasione, di saper anche parlare di ciò che scrive), uno scrittore “indipendente” deve essere in grado di correggere e formattare il proprio testo, creare una copertina, scegliere il “giusto” prezzo da applicare al libro o i canali attraverso cui distribuirlo, deve conoscere bene il funzionamento degli store digitali e magari avere anche qualche nozione di base sui principali aspetti fiscali o i meccanismi dei motori di ricerca. Senza contare l’impegno richiesto per la promozione, che rischia di diventare un’attività parallela.
Insomma, diventare editori di se stessi può anche sembrare un’idea entusiasmante, ma richiede senza dubbio molta applicazione. La strada del self-publishing può essere ricca di soddisfazioni, ma è necessario comprendere a fondo i meccanismi di un ecosistema che si trova ancora in una fase pionieristica e le cui regole vengono ridefinite di continuo. Chi pensa che basti rendere disponibile il proprio e-book su qualche sito per venderne migliaia di copie, non si comporta diversamente da chi invia un dattiloscritto a un editore e si aspetta che a stretto giro di posta gli arrivi un contratto di pubblicazione.
È vero, come insegnano le storie di successo degli autori self-published d’oltreoceano, che la ricetta è molto semplice: basta scrivere un buon libro e saperlo promuovere. Ma come ogni buon cuoco sa, a volte sono proprio le ricette più semplici a rivelarsi le più difficili.

Intervista.
1) Ciao Alberto, benvenuto nel blog Sussurri di Parole. Sei autore di programmi radiofonici e televisivi, hai pubblicato diverse opere e ora stai promuovendo il tuo ultimo lavoro incentrato sul self-publishing. Raccontaci il tuo percorso lavorativo.
- Ciao Antonella, in realtà il mio percorso è molto poco istituzionale. Per varie vicissitudini, dopo la licenza classica ho iniziato a lavorare in banca ma dopo due anni mi sono licenziato. Quindi ho fatto per quasi un decennio il fotografo e l’operatore video poi, alla soglia dei trent’anni, ho deciso di provare a scrivere perché era la cosa che volevo fare da sempre. Ho iniziato a scrivere dei racconti e a farli girare, caricandoli sul web (che all’epoca, metà degli anni Novanta, era una grande novità) e mandandoli ad alcune riviste di letteratura. Ho cominciato quindi ad apparire su queste riviste e anche in alcune antologie, poi ho curato due libri per Stampa Alternativa e nel 1998 sono arrivato alla pubblicazione con un piccolo editore di Ravenna: Fernandel. Tre anni più tardi questa raccolta di racconti, Cronache da un mondo pop, è stata acquistata e ripubblicata dalla Baldini&Castoldi con il titolo di Avanti Veloce. In quel periodo avevo iniziato a lavorare per una trasmissione radiofonica di Radio 2, Dispenser, che ha avuto così tanto successo da andare avanti per dieci anni. In questo periodo ho smesso di scrivere narrativa, quello che facevo mi bastava e mi dava soddisfazione e comunque non sentivo di avere niente da dire. A partire dal 2010, quando la trasmissione è finita, ho fatto per un po’ il giornalista freelance scrivendo per varie riviste come Wired, Flair, Grazia, Panorama e altre. Però la situazione dell’editoria, e in particolare dei periodici, è ormai compromessa e non vedo alcun futuro percorribile per questa professione. Sono invece molto attratto dall’editoria digitale e dal self-publishing ed è in questo settore, adesso, che sto cercando di aprirmi una strada. L’anno scorso poi mi sono anche riavvicinato alla narrativa: avevo una storia in testa che volevo raccontare da anni, una storia incentrata sulle velleità artistiche, sull’ambiente dell’arte “con contributo dell’autore”. Così ho scritto questo romanzo, Seguirà buffet, che mi sono da poco autopubblicato.

2) Qual è la tua opinione riguardo all’auto-pubblicazione? Ritieni che sia più facile inserirsi in un contesto letterario oppure si è “screditati” per non avere un marchio editoriale?
- Io credo fortemente nell’autopubblicazione perché credo da sempre nell’autoproduzione, che non dimentichiamolo ha una storia di tutto rispetto nel mondo artistico del Novecento: a partire dal dadaismo per arrivare al punk. Nei primi anni Novanta, sull’onda del desktop publishing, acquistai un computer, uno scanner e una stampante laser per farmi una fanzine musicale in casa. Impaginavo, stampavo, collazionavo, imbustavo e spedivo, oppure andavo nei negozi di dischi e lasciavo qualche copia. Adesso, il fatto che uno il proprio prodotto lo possa non solo realizzare, ma anche distribuire e vendere mi sembra un fatto straordinario, una rivoluzione epocale.
Certo, le case editrici fino a oggi hanno avuto una funzione di filtro, e al di là delle polemiche sulla selezione editoriale, che ovviamente è un meccanismo tutt’altro che perfetto, hanno comunque costituito un baluardo che impediva a prodotti che stanno abbondantemente al di sotto della media di raggiungere il mercato. Nel self-publishing invece l’unico giudice è il mercato, il che se vogliamo è anche un fatto positivo, il problema è che non c’è nessun tipo di controllo o selezione e onestamente, bisogna dirlo, la qualità media delle autopubblicazioni è ancora piuttosto bassa. Poi, un po’ anche per questo motivo, continua a esistere il pregiudizio che se uno si autopubblica è perché in fondo non ha trovato nessuna casa editrice che lo volesse fare. Io credo e spero che pian piano questa idea cambi e l’autore self-published sia visto come uno che ha scelto questa strada per altri motivi: l’immediatezza con cui è possibile realizzare un progetto, la libertà di cui si può godere e anche, perché no, per il fatto che a parità di vendite si tratta comunque di una scelta economicamente vantaggiosa.

3) Cosa propone la tua guida al self-publishing? Illustraci i punti chiave indispensabili per gli autori indipendenti.
- Il punto di partenza è ovviamente quello della scrittura. E chiunque abbia fatto il lettore per qualche casa editrice o si sia confrontato con l’invio spontaneo di dattiloscritti sa che la qualità media di quello che gira è piuttosto bassa. E non parlo solo di quella fetta di scrittori che fa errori ortografici o mette insieme delle frasi involute che capisce solo lui, ma in generale di chi ha magari una qualità accettabile ma comunque non mostra niente di particolare o eclatante, sia a livello di storia che di linguaggio che di capacità di saper raccontare. Non entro di più nell’argomento perché da una parte c’è sicuramente una questione di gusto personale che incide nei giudizi, dall’altra, purtroppo, una capacità di accettare e ascoltare le critiche che spesso è prossima allo zero. Io mi rendo conto che uno scrittore vuole solo sentirsi fare dei complimenti, fa parte del gioco, funziona così anche per me, però chi è sordo e impermeabile a quello che viene dall’esterno non può fare alcun passo avanti, non può migliorare. Per questo motivo, intendo occuparmi quasi solo di aspetti tecnici e visto che nel self-publishing l’unico responsabile di quello sta sulla pagina è l’autore, be’, allora è giusto che se la prenda lui questa responsabilità. Quindi, a prescindere dalla capacità di partenza riguardo alla scrittura e alla storia, i due punti fondamentali sono: un buon libro e la capacità di promuoverlo. Un buon libro significa un testo pulito e privo di errori, un e-book con una copertina professionale, formattato e presentato bene. La capacità di promuoverlo significa far sapere agli altri che il libro è disponibile e far venire loro la voglia di leggerlo. Questo non è facile, soprattutto perché ancora non ci sono regole codificate e tutti stanno facendo esperienza, cioè dei tentativi, con più o meno successo. Inoltre il confine tra autopromozione e spam è labile e bisogna stare molto attenti a non superarlo. Per costruirsi una reputazione servono molti sforzi, ma basta poco per distruggerla. Quindi nel mio libro vengono trattati tutti gli aspetti che un neofita che si avvicina all’editoria digitale e al self-publishing deve sapere. Perché forse non ci si pensa ma per quanto l’idea di diventare editori di se stessi sia entusiasmante, richiede il fatto di farsi carico, oltre alla scrittura, anche di tutta una serie di competenze che solitamente, fino a oggi, erano delegate all’editore, quindi l’editing del testo, la correzione delle bozze, la realizzazione della copertina, la formattazione del testo, la creazione dell’e-book, e poi questo libro va messo in vendita, bisogna sapere come proporlo, far sapere che esiste, farsi promozione, insomma, ci sono tante cose che improvvisamente finiscono sulle spalle di un autore. E spesso l’autore non è in grado di affrontare tutto questo, o perché non possiede le competenze tecniche, oppure perché non sa dove rintracciare le informazioni. Ecco, io spero che questa guida possa essere utile a tutti quelli che vogliono tentare questa strada.

4) Tu sei un autore che ha pubblicato con case editrici. Qual è la differenza tra la pubblicazione con un gruppo editoriale e l’auto-pubblicazione? Ritieni che i primi siano “favoriti” rispetto ai secondi o ci stiamo avvicinando alla parità?
- Il percorso tradizionale è ancora in vantaggio per due motivi. Il primo è l’imprimatur che la pubblicazione con una casa editrice conosciuta porta con sé. Certo, magari ci sono libri autopubblicati di buon livello e invece schifezze edite da grandi case editrici ma sono eccezioni, il concetto non cambia: fra dire che hai pubblicato con Feltrinelli e che ti sei autopubblicato c’è un abisso incolmabile. In parte si tratta sicuramente di un preconcetto, come ho detto prima, che comunque ci vorrà un bel po’ di tempo perché cambi. Sull’altro versante invece, quello strettamente economico o del “ritorno” che uno scrittore può avere da una pubblicazione, la forbice si va restringendo. Un libro tradizionale ti dà ancora una certa visibilità e ti permette magari di creare dei contatti, ottenere delle collaborazioni editoriali, però il settore è molto in crisi e l’indotto è sempre meno, per cui quando io sento di qualche autore self italiano che in un anno ha portato a casa mille o duemila euro mi sembra già un bel passo avanti, visto che spesso un esordiente tradizionale quella cifra lì non la vede né sotto forma di anticipo né di diritti d’autore. Poi certo entrare nel giro editoriale ha comunque ancora un certo prestigio e come ho detto dei ritorni, ma dal punto di vista delle royalties, visto che l’aspettativa media per il libro di uno sconosciuto è tipo 500 copie, il divario si sta per annullare. Se poi teniamo conto che nei prossimi anni la penetrazione del libro elettronico crescerà, a scapito di quello tradizionale, il momento in cui si arriverà a un bilanciamento è piuttosto vicino.

5) Parlaci del tuo blog Fascetta Nera.
- Il blog è nato circa un anno fa e pubblica principalmente fascette, che poi io commento in maniera sarcastica. Pubblico anche materiale riguardante il marketing editoriale in senso più ampio, ma sempre prendendo di mira i difetti dell’editoria. Devo dire che il riscontro che ha avuto mi ha un po’ colto di sorpresa. Non solo ne hanno parlato diversi quotidiani come La Repubblica o Il Giornale, ma ormai nell’ambiente editoriale è conosciuto praticamente da tutti. Diciamo che finché mi diverto, vado avanti.

6) Programmi futuri?
- Per il momento sono impegnato nel far conoscere la guida che ho scritto e il sito iltuoebook.it, che spero diventi un punto si riferimento per il self-publishing italiano.

7) Grazie per essere stato con noi, saluta i nostri lettori come preferisci.
- Auguro tanti libri autoprodotti (fatti o letti) a tutti.

I miei e-book (senza fascetta)
http://amzn.to/124wNn8



lunedì 6 maggio 2013

intervista a Louise Candlish-recensione Da quando non ci sei

Ciao amici oggi ho il piacere di intervistare per voi Louise Candlish che ha gentilmente risposto alle mie domande. Di seguito trovate l'intervista originale e sotto la mia traduzione. Nel caso non la conosceste, inserisco la recensione di un suo capolavoro intitolato Da quando non ci sei.
Mi raccomando seguitela sul suo sito web http://www.louisecandlish.co.uk/ e su twitter https://twitter.com/louise_candlish 


1) How much is difficult the writer's job and what is your aim when you are writing a story? 
A writer's job is difficult because of the working conditions rather than the work itself! It's tough to work alone and to keep yourself motivated and focussed. There are endless distractions. I always aim to write stylishly and interestingly, to create convincing characters, but most of all, to tell a story that is surprising and thought-provoking. I strive to bring original elements to my plots because I get disappointed whenever I read a book and can predict from the start exactly what it going to happen.

2) Who is Louise in her private life?
I am a mother of one daughter, who is ten, and the owner of a Labradoodle dog and a black-and-white cat. I love my home city of London. I spend a lot of time writing and so do not have too much time for exciting hobbies, however, I do love escaping to France and Italy for holidays and have set several books in those countries to give me the excuse to keep escaping! (Most recently, Other People's Secrets is set in Lago d'Orta; The Day You Saved My Life is set in Paris.)

3) Which are your projects for the future?
I have just finished The Disappearance of Emily Marr, which will be published in the UK in August. It is set partly in the Ile de Re in France and partly in London. It is the story of a young woman who has an affair with a married man and becomes the victim of media persecution. I'm now working hard on my next novel, in which a young couple buy a house for less than it is worth and try to find out why the previous owners sold up so suddenly.

Traduzione.
1) Quanto è impegnativo il mestiere dello scrittore e qual è il tuo obiettivo quando scrivi una storia?
Il lavoro di uno scrittore è difficile a causa delle condizioni di lavoro, piuttosto che il lavoro stesso! È complesso lavorare da solo e mantenere se stessi motivati e concentrati. Ci sono infinite distrazioni. Mi propongo sempre di scrivere con stile elegante e interessante in modo da creare personaggi convincenti, ma più di tutto, di raccontare una storia che sia sorprendente e stimolante. Mi sforzo di portare elementi originali alle mie trame perché vengo delusa ogni volta che leggo un libro e posso prevedere sin da subito esattamente ciò che sta per accadere.

2) Chi è Luisa nella sua vita privata?
Sono madre di una figlia, di dieci anni, e possiedo un cane Labradoodle e un gatto bianco e nero. Amo la mia città, Londra. Trascorro molto tempo a scrivere e quindi non ho abbastanza tempo per passatempi interessanti, però, amo scappare in Francia e in Italia per le vacanze dove ho ambientato alcuni libri per avere una scusa e continuare a fuggire! (Più di recente, Other People's Secrets è ambientato a Lago d'Orta, The Day You Saved My Life, a Parigi.)

3) Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho appena finito The Disappearance of Emily Marr, che sarà pubblicato nel Regno Unito nel mese di agosto. È ambientato in parte nella Ile de Re in Francia e in parte a Londra. È la storia di una giovane donna che ha una relazione con un uomo sposato e diventa vittima di persecuzione mediatica. Ora sto lavorando duro per il mio prossimo romanzo, in cui una giovane coppia acquista una casa per meno di quello che vale e cerca di scoprire perché i precedenti proprietari hanno venduto così all'improvviso. 


Scheda libro.
Titolo: Da quando non ci sei
Editore: Sperling and Kupfer
N. Pag. 457

Recensione.
Da quando non ci sei racconta la storia di una donna che trascorre le sue giornate con insoddisfazione. Il matrimonio sembra sorretto unicamente dalla presenza della piccola Emma, l'angelo biondo della casa.
Un giorno giunge la telefonata che nessuna madre vorrebbe ricevere: il pullman della gita, su cui viaggiava la bambina, si è scontrato con una macchina. Ci sono feriti e due morti. Il terrore che Emma sia tra le vittime, le gela il sangue. Ed è così che il sorriso svanisce dandole, però, la spinta a cambiare la monotonia della sua quotidianità. Lascia il marito a Londra e si rifugia a Santorini dove la madre aveva vissuto fino all'adolescenza, dopo la tragica morte della sorella durante un terremoto. 
Rachel parte per scoprire di più sulle sue origini e le dinamiche non proprio chiare di come la zia morì. Sarà la stessa madre a rivelarle tutto ma solo dopo aver toccato con mano il dolore della figlia, un dolore che Rachel cerca di combattere con tutte le sue forze. La donna seguirà il suo percorso grazie all'aiuto di nuove compagnie e sarà in grado di riconquistare la serenità di un tempo per riscoprirsi donna.
Un romanzo dalle tinte forti, di una madre che vede togliersi il dono più grande e, di conseguenza, torna ad essere solo una donna, una moglie poco convinta, ma non più madre. Allontana anche gli amici più cari per non leggere nei loro occhi la pena e la gratitudine per non spartire il medesimo lutto. 
Il lettore tiferà per Rachel fino all'ultima riga e con lei apprenderà vecchi segreti e verità celate da finto perbenismo.